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Lo staff

Chi opera nella nostra struttura deve possedere come caratteristica fondamentale un desiderio che gli permetterà di trovare il suo modo di mettersi al lavoro con ciascun soggetto, l’obiettivo della nostra posizione è di far funzionare il desiderio tramite le identificazioni. Noi contiamo sul funzionamento del desiderio, che è il desiderio dell’altro cioè il desiderio non soltanto del padre e della madre ma dell’educatore: è necessario che l’educatore mostri all’individuo con autismo la sua forza di desiderare.

Il lavoro di equipe è di tipo multidisciplinare e il team è composto da professionisti provenienti da di diversi corsi di formazione: educatori, psicologi, logopedisti, psicomotricisti, assistente sociale, psichiatra, operatori sociali ed esperti delle discipline musicali nonché delle tecniche di riabilitazione con gli animali (Pet Therapy).

Il lavoro dell’operatore serve a formare legami all’interno e all’esterno della struttura, così da mettere in grado l’utente di muoversi con semplicità ed efficacia all’interno e anche quando, all’esterno, si trova a contatto con situazioni nuove.

Riteniamo l’autismo una condizione migliorabile in termini di qualità della vita e di sviluppo di potenzialità. Occupandoci di persone adulte, con un percorso di vita significativo alle spalle, intendiamo la cura della persona nella sua globalità, fatta di inclinazioni, abitudini, limiti, abilità e pensiamo ad azioni terapeutiche, nel senso di azioni che producano benessere per la persona.

Il lavoro degli operatori punta proprio a questo: diventare una funzione terapeutica. Non abbiamo lo psicologo o il terapeuta della struttura, ma abbiamo diviso questa funzione à-plusieurs – in diversi – per imparare da ogni soggetto autistico qualcosa di singolare circa il suo funzionamento e per trovare un modo, altrettanto singolare, di contribuire al miglioramento della sua situazione di vita, con un progetto d’intervento assolutamente individualizzato.

Alcuni punti salienti del lavoro degli operatori sono qui sintetizzati:

  • Riunione di equipe: ogni settimana l’equipe si riunisce per discutere l’andamento di ciascun inserimento e per affrontare – caso per caso – il processo di crescita di ogni soggetto.
  • Riunione formativa: oltre l’organizzazione del lavoro interno e la riunione dei casi, l’equipe si mette al lavoro studiando aspetti teorico-clinici che possano orientare l’azione operativa ed educativa quotidiana.

  • Supervisione: non siamo mai soli nel lavoro con i ragazzi e non si è mai in due, in relazione duale, si è sempre minimo in tre. La supervisione è un modo fondamentale di far intervenire questo Terzo, che in questo caso specifico ha la funzione di aiutare a trovare la logica di ciò che avviene e di interrogare le impasse che ciascuno ha nel lavoro. A partire proprio dalle impasse si può costruire una modalità inventiva di far fronte all’impossibile.
  • Importanza della valutazione, che consiste nel monitorare il percorso di ciascun soggetto e i suoi processi di crescita. Non si tratta di generalizzare o standardizzare, ma di essere rigorosi nel seguire l’effettivo andamento in cui il “caso per caso” viene discusso in ogni riunione di equipe;

  • Collaborazione con la famiglia che si deve considerare la risorsa principale per la persona con autismo ed il partner fondamentale dell’equipe di lavoro, in quanto più di ogni altro soggetto possiede degli strumenti e delle conoscenze importanti per il benessere dell’ospite.